Sì lo so, potrei portarvi un fiore.
Ma la verità è che dopo tutto questo tempo non riesco ancora a trovarvi
dietro una lapide.
Però l’altra notte vi ho sognato.
Insieme come non vi ho mai visto. E c’ero anche io. Tutti insieme come non
siamo mai stati.
È così, lo so: la vita mi ha già dato più tempo di quello che ha dato a
voi. Ma non mi ha dato voi. Non per abbastanza tempo.
No, mamma. Non ho dimenticato i nostri giorni insieme. Certo che no.
E una volta qualcuno mi ha detto che ti avrei ritrovata dentro di me.
Dentro non so. Faccio sempre un po’ fatica a guardarmi dentro.
Ma fuori si, fuori mi capita di incontrarti.
In quella bambina che ho tenuto in braccio e che ora sta seduta dietro una
cattedra al servizio della grammatica, dell’ortografia e della buona educazione
come facevi tu.
O in quella donna, incontrata per caso, al lavoro, che ha gli stessi anni
che avresti tu adesso. Pulita, ordinata, con addosso un po’ di malinconia, un
dolcevita a coste e una catenina d’oro con la madonna.
Allora immagino di sapere esattamente come saresti tu oggi. Di vederti
riuscire a convincere tuo nipote ad andare a farsi tagliare i capelli.
E tu pa…
Papà? Babbo? Papi?
Ecco, vedi, non so neppure come ti avrei chiamato se avessi avuto il tempo
di chiamarti.
Eppure l’altro giorno ho incontrato anche te, ci crederesti?
Eri nelle mani di un operaio. Grandi, scure di sole e un po’ screpolate.
Lui le teneva sulle spalle di un bambino con gli occhiali spessi già a nove
anni.
Si vedeva che quelle mani erano uno scudo potente.
Avrei voluto vederle, almeno una volta, le tue mani.
Mi ci sarei aggrappata con tutta me stessa. Poi magari le avrei mollate,
così da un giorno a l’altro. Mi sarei fatta spazio in mezzo a loro per andare
avanti sulla mia strada.
Ma se le avessi viste, anche solo una volta le tue mani, sono certa che
le avrei trovate tutte quelle volte che sono inciampata così rovinosamente.
Perché è questo che significa, no, avere un pa…?
Già. Ma cosa ne so io di cosa voglia dire avere un padre?
Io che faccio collage col tempo per giocare a esserci stati, una volta,
tutti assieme.
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