Ringrazio anticipatamente chiunque vorrà arricchire queste pagine con un commento.
Chiedo solo a ciascuno il buon senso di evitare espressioni che possano risulate offensive per qualsiasi altro visitatore.

sabato 2 novembre 2019

PRIMO NOVEMBRE - UN MAZZETTO DI PAROLE.


Sì lo so, potrei portarvi un fiore.
Ma la verità è che dopo tutto questo tempo non riesco ancora a trovarvi dietro una lapide.
Però l’altra notte vi ho sognato.
Insieme come non vi ho mai visto. E c’ero anche io. Tutti insieme come non siamo mai stati.
Voi con la vostra età di allora e io con la mia di oggi, che la vostra ormai l’ho superata.
È così, lo so: la vita mi ha già dato più tempo di quello che ha dato a voi. Ma non mi ha dato voi. Non per abbastanza tempo.
No, mamma. Non ho dimenticato i nostri giorni insieme. Certo che no.
E una volta qualcuno mi ha detto che ti avrei ritrovata dentro di me.
Dentro non so. Faccio sempre un po’ fatica a guardarmi dentro.
Ma fuori si, fuori mi capita di incontrarti.
In quella bambina che ho tenuto in braccio e che ora sta seduta dietro una cattedra al servizio della grammatica, dell’ortografia e della buona educazione come facevi tu.
O in quella donna, incontrata per caso, al lavoro, che ha gli stessi anni che avresti tu adesso. Pulita, ordinata, con addosso un po’ di malinconia, un dolcevita a coste e una catenina d’oro con la madonna.
Allora immagino di sapere esattamente come saresti tu oggi. Di vederti riuscire a convincere tuo nipote ad andare a farsi tagliare i capelli.
E tu pa…
Papà? Babbo? Papi?
Ecco, vedi, non so neppure come ti avrei chiamato se avessi avuto il tempo di chiamarti.
Eppure l’altro giorno ho incontrato anche te, ci crederesti?
Eri nelle mani di un operaio. Grandi, scure di sole e un po’ screpolate. Lui le teneva sulle spalle di un bambino con gli occhiali spessi già a nove anni.
Si vedeva che quelle mani erano uno scudo potente.
Avrei voluto vederle, almeno una volta, le tue mani.
Mi ci sarei aggrappata con tutta me stessa. Poi magari le avrei mollate, così da un giorno a l’altro. Mi sarei fatta spazio in mezzo a loro per andare avanti sulla mia strada.
Ma se le avessi viste, anche solo una volta le tue mani, sono certa che le avrei trovate tutte quelle volte che sono inciampata così rovinosamente.
Perché è questo che significa, no, avere un pa…?
Già. Ma cosa ne so io di cosa voglia dire avere un padre?
Io che faccio collage col tempo per giocare a esserci stati, una volta, tutti assieme.



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