Ringrazio anticipatamente chiunque vorrà arricchire queste pagine con un commento.
Chiedo solo a ciascuno il buon senso di evitare espressioni che possano risulate offensive per qualsiasi altro visitatore.

domenica 15 gennaio 2012

Una casa, un posto dove vivere.

La  casa non è molto diversa da quelle che la circondano: ha la ringhiera da ridipingere, la ghiaia sul vialetto e, dietro, un paio di aiuole che in estate straripano di ortensie ed azzalee e il grande pino che si erge protettivo davanti all'entrata appare quasi autoritario e al tempo stesso rassicurante, come le parole di un padre che ammonisce e sostiene. 
Un uomo apre il cancello con un breve cigolio ed entra.
Una casa è solo un posto dove vivere, a meno che uno lì non ci sia nato e cresciuto, non abbia litigato con i fratelli per la stanza migliore, non ci abbia portato di nascosto la prima morosa...
Se è così, allora, quella casa finisce col fare parte di lui, delle sue 'fondamenta', entra nei suoi sogni e gli può capitare di sentirne gli odori anche a distanza di anni e di chilomentri.
Ma anche così un giorno succederà che la lascerà, quella casa...
E allora ci saranno altra case.
Il primo affitto, orrendamente ammobiliato, che si può permettere col suo stipendio, la prima casa da dividere con una donna perchè ha capito di volersi svegliare accanto a lei ogni mattina, e quella dove è sicuro di voler crescere i suoi figli... Quella che, entrandoci dopo aver fatto un mucchio di firme davanti ad un notaio, gli sembra di aver costruito con le sue stesse mani, mattone dopo mattone: ne sente il peso dei sacchi di cemento sulle spalle.
L'uomo sale i pochi gradini che lo dividono dalla porta di entrata con la ventiquattrore in mano e l'aria stanca ma soddisfatta di chi ha appena termiato una lunga giornata di lavoro.
Qualcuno, all'interno, ha ascoltato i suo passi che si avvicinavano e lo precede nell'aprire la porta.
Un sorriso: ecco, è a casa.

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