Ringrazio anticipatamente chiunque vorrà arricchire queste pagine con un commento.
Chiedo solo a ciascuno il buon senso di evitare espressioni che possano risulate offensive per qualsiasi altro visitatore.

domenica 6 gennaio 2013

Panevin

Il calore ti avvolge le guance e ti contende suadente all'aria fredda che ti agguanta alle spalle appena ti allontani un po'. 
Sorrisi, saluti, qualche grida, ma è difficile capirsi, impossibile conversare nella confusione che ti travolge a ondate come l'odore della frittura e la musica ad alto volume che esplode sul palco e ti rimbomba dentro.
Brucia la vecchia col suo carico di malanni dell'anno appena passato... 
Quelli di tutti, quelli di ciascuno...
Un gruppo di ragazzi si scambiano occhiate e frasi spezzate, ridono e bevono qualcosa di caldo. Neanche lo guardano il fuoco che forse per loro ha da bruciare poco di più che un insuccesso scolastico, qualche delusione d'amore e quella partita che proprio non doveva finire così...
In piedi sulla porta del bar con le mani sprofondate nelle tasche del giaccone, un uomo ha lo sguardo fisso avanti a sé e l'aria di chi non si diverte affatto: le ferie sono finite, lunedì ritorna in fabbrica a fare un lavoro che non gli piace; lui su quel falò vede bruciare quindici giorni passati sdraiato sul divano a guardare lo sport in televisione e se ne dispiace...
Poco più in là, dove la calca non li spintona, una coppia si tiene a braccetto e osserva attenta il fuoco con la pacata rassegnazione di chi ha già visto abbastanza: loro al Panevin ci vengo ogni anno e da quasi cinquant'anni lo fanno insieme! E allora che bruci, per loro, l'amarezza di una vecchiaia forse non così serena come l'avevano immaginata, ma ancora una volta in due.
Una donna dondola lenta una carrozzina. Lei al fuoco affida le sue paure. La paura di non essere all'altezza, la paura di non farcela da sola... la paura ancora una volta di una delusione , di un dolore così forte da non poterci pensare.
Poi c'è quel bambino con una frittella in una mano, la bocca spalancata e il naso coperto di zucchero volto all'insù... Lui non ha proprio niente da bruciare, fissa solo le faville che salgono lente nel buio dell'aria immobile, incantato.

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