Un gatto avanza guardingo sul tetto di fronte, decorando con le sue orme una 'candida tela' appena drappeggiata dalle tegole, elegante e fiero come se fosse consapevole della sua arte.
In strada qualcuno cammina lesto, sull'asfalto bagnaticcio e un rapido
susseguirsi di saluti frettolosi sbuffa fuori da labbra umide e gote
arrossate.
L'uomo fermo sul bordo della via, fissa la campagna rapito da quell'inganno: la luminosità del bianco che scalda lo sguardo ed un'essenza fredda che gela il sangue sulla punta delle dita.
Gli ricorda una donna bellissima che ha amato... molto, ma dalla quale non ha mai ricevuto altrettanto.
Lentamente torna sui suoi passi, raggiunge la porta di casa, sbatte i piedi per scollare dalle scarpe la neve raccolta sul vialetto, gira la chiave nella toppa con mani intirizzite, spalanca l'uscio e si affretta a richiuderlo alle sue spalle.
Improvviso lo raggiunge il tepore dei caloriferi, il vociare dei bambini, lo sfrigolio del pranzo sui fornelli e un saluto un po' distratto dalla consuetudine...
L'uomo trae un profondo respiro e gode silenzioso di quell'attimo di beatitudine, conscio di quanto, l'aver sperimentato il gelo, ti faccia apprezzare un po' di calore.
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