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domenica 9 dicembre 2012

Un po' di calore.

La spolverata di neve sulla campagna è dolce come lo zucchero a velo sul pandoro di Natale ed il bambino se ne riempie gli occhi goloso, ancora in pigiama, col naso schiacciato sul vetro della finestra. 
Un gatto avanza guardingo sul tetto di fronte, decorando con le sue orme una 'candida tela' appena drappeggiata dalle tegole, elegante e fiero come se fosse consapevole della sua arte.
In strada qualcuno cammina lesto, sull'asfalto bagnaticcio e un rapido susseguirsi di saluti frettolosi  sbuffa fuori da labbra umide e gote arrossate.
L'uomo fermo sul bordo della via, fissa la campagna rapito da quell'inganno: la luminosità del bianco che scalda lo sguardo ed  un'essenza fredda che gela il sangue sulla punta delle dita. 
Gli ricorda una donna bellissima che ha amato... molto, ma dalla quale non ha mai ricevuto altrettanto.
Lentamente torna sui suoi passi, raggiunge la porta di casa, sbatte i piedi per scollare dalle scarpe la neve raccolta sul vialetto, gira la chiave nella toppa con mani intirizzite, spalanca l'uscio e si affretta a richiuderlo alle sue spalle.  
Improvviso lo raggiunge il tepore dei caloriferi, il vociare dei bambini, lo sfrigolio del pranzo sui fornelli e un saluto un po' distratto dalla consuetudine... 
L'uomo trae un profondo respiro e gode silenzioso di quell'attimo di beatitudine, conscio di quanto, l'aver sperimentato il gelo, ti faccia apprezzare un po' di calore.


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